
Umberto Orsini
Attore
Debutta nella Compagnia dei Giovani con Il diario di Anna Frank al Teatro Eliseo di Roma nel 1957
con la regia di Giorgio De Lullo. Rimane con la compagnia per tre anni ricoprendo ruoli importanti
in D’amore si muore e Metti una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi. Incontra Luchino Visconti
nel 1961 che gli affida un ruolo di grande spessore ne L’Arialda di Giovanni Testori. Franco Zeffirelli
lo dirige nella prima versione italiana di Chi ha paura di Virginia Woolf ? di Albee nel 1963. Da quel
momento in poi la sua carriera prende un grande slancio portandolo ad interpretare moltissimi ruoli
da protagonista sia in teatro che in televisione dove ottiene un consenso unanime nel ruolo di Ivan ne
I fratelli Karamazov diretto da Sandro Bolchi. Interpreta numerosi ruoli anche in campo
cinematografico ed ottiene il Nastro d’Argento per La caduta degli dei di Visconti.
La sua attività si svolge tra teatro cinema e televisione e nei primi anni Ottanta ricopre la carica di
direttore artistico del Teatro Eliseo, carica che rivestirà per quasi due decenni. Di quel periodo sono
da ricordare le interpretazioni pirandelliane (Non si sa come, Il piacere dell’onestà, Il giuoco delle
parti) e I Masnadieri di Schiller e interpretazioni di grande impegno come lo Jago nell’Otello diretto
da Lavia e Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore di Miller con la regia di Giancarlo
Cobelli. Dopo una trentina di spettacoli al Teatro Eliseo porta la sua collaborazione artistica all’ERT
(Emilia Romagna Teatro) e dà il suo contributo a numerosi spettacoli come Copenaghen di Frayn
diretto da Avogadro, Il padre di Strindberg diretto da Massimo Castri e Arturo Ui di Brecht diretto
da Claudio Longhi.
Alla vigilia dei suoi ottanta anni fonda la sua compagnia e porta in scena una nuova lettura de Il
giuoco delle parti, regia di Roberto Valerio, Il prezzo di Miller con la regia di Massimo Popolizio, Il
costruttore Solness di Ibsen diretto da Alessandro Serra e Pour un oui ou pour un non di Nathalie
Sarraute con la regia di Pier Luigi Pizzi. Affronta per la terza volta, a oltre cinquant’anni dal mitico
sceneggiato RAI di Bolchi, e dopo La Leggenda del grande Inquisitore, regia di Pietro Babina, il più
controverso dei fratelli Karamazov con Le memorie di Ivan Karamazov, scritto con Luca Micheletti,
anche regista. E’ con Franco Branciaroli l’altra metà della coppia I ragazzi irresistibili di Neil Simon
con la regia di Massimo Popolizio. Ultimo impegno cinematografico: protagonista di Trifole,
un’avventura ambientata nel mondo del tartufo bianco d’Alba del giovane regista Gabriele Fabbro.